Mufasa - Il re leone, abbiamo visto in anteprima 40 minuti del film: ecco cosa ne pensiamo
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Chiunque sia cresciuto con i film della Disney non può fare a meno di annoverare nella lista dei traumi infantili il momento in cui Scar uccide il fratello Mufasa, facendolo precipitare nel vuoto, davanti agli occhi spaventati di Simba. Il re leone è senza dubbio una delle punte di diamante dell'era del Rinascimento della Disney, una trasposizione animata dell'Amleto di Shakespeare che ha finito col diventare non solo un classico, ma anche un bagaglio dell'immaginario collettivo condiviso da spettatori provenienti da ogni angolo del mondo. Proprio per questo suo valore storico e narrativo, Il re leone sembra appartenere a quella sfera di "sacralità" che lo rende quasi intoccabile ed è questo il motivo per cui, quando è stato annunciato un live action prequel dedicato proprio a Mufasa e a Scar, molti fan hanno cominciato a tremare di paura, timorosi che l'ennesimo live action potesse in qualche modo tradire se non proprio rovinare il lascito di un film tanto importante.
Scelto come film di Natale 2024 e in uscita al cinema il prossimo 19 dicembre, Mufasa: Il re leone è un lungometraggio diretto dal Barry Jenkins di Moonlight che vuole portare sul grande schermo la storia di Mufasa, il grande re della rupe, il padre di Simba, il leone saggio e gentile che tutti abbiamo amato. Si tratta, come si diceva, di un prequel che vuole mettere l'accento su come Mufasa sia diventato il re leone e su come siano nati i suoi rapporti di ostilità con il fratello Scar. E proprio quest'ultimo elemento ha fatto storcere un po' il naso ai puristi nelle prime fasi di produzione, quando è emerso che Mufasa e Scar, in questo prequel, non sarebbero stati fratelli. Un timore che, senza voler andare troppo a fondo per non rischiare di fare spoiler, non ha ragione di essere. Oggi, nella cornice del Cinema Moderno di Roma, alla presenza del regista e delle voci italiane del film (su tutti, Luca Marinelli ed Elodie), i giornalisti hanno avuto la possibilità di vedere circa 40 minuti di footage della pellicola in arrivo a dicembre. Sebbene il prodotto non sia ancora definitivo, esso ha gettato le basi per capire un po' cosa dobbiamo aspettarci dal film di Natale di casa Disney.
Non entreremo nel dettaglio della trama, perché appare evidente che essa merita di essere scoperta in sala, nel buio del cinema, con la speranza che gli spettatori più adulti possano ritrovare la magia del loro bambino interiore, quello che forse non ha ancora del tutto superato la morte tragica e traumatica di Mufasa. Quello che possiamo dire è che Mufasa è il racconto di due coming of ages, di due "principi" che si trovano a crescere in modo diverso, secondo indicazioni diverse, plasmando in questo modo non solo le proprie personalità, ma anche il loro futuro. Da una parte Scar, che siede vicino all'albero dei re, nell'ombra ristoratrice, dall'altra Simba, che invece non ha il diritto a varcare la linea che separa il fuoco del giorno dal sollievo dell'ombra. Due cuccioli che crescono insieme, ma che seguono percorsi diversi. Era molto importante, per Mufasa, rimanere fedele agli elementi canon de Il re leone e da questi quaranta minuti sembra emergere proprio questa volontà: raccontare qualcosa di nuovo, pur rimanendo ancorato alla tradizione. La cosa più importante, però, era far sì che Scar non diventasse l'eroe del racconto, né che rimanesse la sola emanazione del male. Di certo 40 minuti non sono sufficienti per comprendere a pieno il potenziale del film, ma di certo sono una cartina di tornasole abbastanza attendibile per comprendere il lavoro di scrittura alla base del progetto. Ad emergere è un mondo dove i personaggi sono pieni di contraddizioni e complessità, dove Scar è ancora il cattivo ma, allo stesso tempo, non si limita a questo ruolo. Per usare un vecchissimo monito, se il buongiorno si vede dal mattino è plausibile che Mufasa vada oltre le nostre aspettative.