Gli Oblivion tornano con Tuttorial: 'Il prossimo obiettivo? Marte!'

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Fabio Vagnarelli degli Oblivion, che ci ha parlato dello spettacolo 'Tuttorial', che il 18 febbraio farà tappa al Teatro Brancaccio di Roma. Ecco cosa ci ha raccontato

Oblivion - foto posata credit: Laila Pozzo
Oblivion - foto posata

Bisognerà attendere la fine della 75a edizione del Festival di Sanremo per avere l'occasione di vedere dal vivo, a Roma, gli Oblivion, gruppo di comici e commedianti che continuano a intrattenere il pubblico con spettacoli e sketch sempre più geniali, capaci di comunicare in modo trasversale attraverso vari media e varie piattaforme online. Tuttorial, l'ultima fatica del gruppo composto da Lorenzo Scuda, Francesca Folloni, Davide Calabrese, Graziana Borciani e Fabio Vagnarelli, debutterà al Teatro Brancaccio di Roma il prossimo 18 febbraio. Uno spettacolo che promette di raccontare la contemporaneità digitale in modo analogico, dando senso al sottotitolo dell'opera che recita: "Guida contromano alla contemporaneità". Una sorta di ritorno alla slow life, alla sensazione di esserci invece che apparire: ma il tutto condito con il tono dissacrante che gli Oblivion regalano a ogni loro performance, che sia uno spettacolo teatrale che riscrive la Bibbia (La Bibbia Riveduta e Scorretta) o una nuova versione de La Noia di Angelina Mango, cantata sulle note di Stia con Noi de La Bella e la Bestia sui canali social.

Proprio in occasione del debutto romano di Tuttorial abbiamo avuto modo di raggiungere telefonicamente Fabio Vagnarelli, che tra obiettivi - è il caso di dirlo - universali e pungente ironia ci ha parlato del nuovo spettacolo e, soprattutto, di quanto sia importante essere consapevoli del proprio tempo e dei mezzi a disposizione, dimostrando che l'unico modo per riuscire a far ridere veramente il pubblico è offrirgli sempre un prodotto intelligente e sorprendente al tempo stesso. Ecco quello che ci ha raccontato.

Oblivion - Tuttorial - Poster Oblivion - Tuttorial - Poster

Tuttorial, intervista a Fabio Vagnarelli

Allora come sta procedendo questa attesa del debutto 18 Febbraio al Brancaccio per Tuttorial?

Guarda, adesso onestamente siamo molto distratti da Sanremo, come potrai immaginare. Quindi insomma ci faremo passare questa settimana nel sanremese e senza accorgercene ci affacceremo sul palco del Brancaccio. No, siamo molto contenti e molto contenti di tornare a Roma e di portare a Roma questo spettacolo che ci piace molto. E debuttare al teatro Brancaccio, dove non siamo mai stati. Abbiamo girato tanti teatri di Roma e il Brancaccio ci mancava quindi metteremo un thik anche su su questo teatro così importante e così bello, che io vivo molto da spettatore tra l'altro.

Hai già citato Sanremo, quindi mi stai già bruciando una domanda che, a questo punto, ti faccio subito. Dal momento che comunque voi vi basate molto su una scrittura che io considero veramente geniale, conoscete molto bene il palco, conoscete molto bene anche la storia di Sanremo - e ti dico io già sto canticchiando La Noia da ieri sera - avete mai pensato di fare la pazzia e di tentare di andare a Sanremo?

Allora ci abbiamo provato, ovviamente. Come ci provano tutti in questo paese. Arriverà anche il momento in cui ci proveremo seriamente con qualcosa che possa andar bene per Sanremo. Dai, prima o poi ci toccherà. Per ora siamo dei cultori della visione, soprattutto prendiamo ispirazione per un sacco di nostri pezzi dal Festival. Quindi insomma ci si diverte anche a seguirlo così.

Tra l'altro, avete preso di mira Sanremo, avete preso di mira, non so, Galileo Galilei, la Bibbia...

Tutto. Tutto quello che è sacro in questo paese noi lo vogliamo prendere in mezzo.

Esatto. Ma la vera domanda è: c'è qualcosa di veramente intoccabile per gli Oblivion?

No. Niente è intoccabile. Niente è intoccabile perché il gioco fa parte dell'essere umano e del nostro sodalizio in particolare, quindi più qualcosa è irraggiungibile e più la sfida è grande. Poi dall'altro lato è anche vero che qualcosa di intoccabile rischia alla lunga di essere qualcosa di percepito lontano e quindi il gioco di prendere queste grandi cose - appunto abbiamo iniziato con Manzoni che ci ha portato tanta fortuna, poi dal Manzoni alla Bibbia, i grandi classici della letteratura, però appunto anche Sanremo, a volte anche temi spinosi - e giocarci sopra vuol dire anche mantenerli sempre vivi. Siccome questa è una società che tende a dimenticare molto spesso a noi fa anche piacere l'idea che magari anche scatenando una polemica o una lamentela di qualcuno, magari c'è anche qualcun altro dall'altra parte che invece non conosceva niente, oppure poco di quello che noi prendiamo in mezzo e prende lo spunto per andarselo a studiare un po', a vedere e a conoscere anche l'originale e quindi questa cosa ci piace anche, in qualche modo. C'è un sottile piacere riguardo a questo.

Sì che poi, se vai a vedere, la satira è essenzialmente quello. Dissacri qualcosa per farne parlare poi alla fine…

Assolutamente! Ma poi voglio dire, la satira o comunque la comicità può essere non ‛adatta' o ‛non adatta' nel senso «era il caso/non era il caso». Può essere solo bella o brutta. Può essere solo gratuita oppure fatta con lo studio perché c'è un gancio divertente, perché gli stuzzica una curiosità... è solo quello il discrimine se è fatta bene, con studio... Tant'è che per esempio noi con la Bibbia che avevamo paura di offendere tanti, in realtà siamo diventati paladini dell'azione cattolica. Insomma, alla fine per noi è stato una grande delusione. Nessuno si è veramente arrabbiato…

Ma infatti ricordo che quando io vi intervistai per la Bibbia riveduta e scorretta Davide Calabrese (altro membro degli Oblivion, ndr) mi disse che adesso il rischio era che finivate su Parrocchie.it e che i vostri brani sarebbero stati consigliati agli sposi al posto dell'Ave Maria…

È successo. Tant'è che nel corso della tournée sono stati organizzati i pullman delle parrocchie. È una cosa veramente tremenda e siamo finiti su delle riviste importantissime a livello internazionale dicendo che avevamo capito lo spirito di Dio. [Ride] Per noi è stata una delusione, noi volevamo solo far ridere, in realtà. Però poi alla fine c'è sempre qualcuno che ci riporta sulla retta via. Qualcuno si è arrabbiato davvero: Dio, che ci ha punito e che ha mandato il covid.

Quindi l'undicesima piaga biblica siete stati voi.

Giustamente.

Tornando a Tuttorial, quando voi fate uno spettacolo - almeno per quanto mi riguarda diciamo da spettatrice - c'è sempre un momento... come ti posso dire? Un momento clou, che tu dici «ma cosa sto guardando?» cioè è genialità, è arte oppure sono sotto un trip? Faccio un esempio. Nella Bibbia c'è il tutta la scena di di JC che per me rimane una delle scene di teatro più belle che io abbia mai visto. In Tuttorial c'è una scena che ti fa da dire: «mamma mia, abbiamo fatto questa cosa!»

Devo dire che a noi diverte molto il concept generale e diverte molto il tentativo di rappresentare in analogico tutto quello che è il nostro virtuale quotidiano. Cioè noi ormai siamo abituati a scrollare contenuti in continuazione e quindi a passare da una cosa all'altra in una maniera velocissima e assolutamente orizzontale. Perché io, se guardo il mio feed di Instagram o di tik tok, passo dai video di Barbero ai video trash, ai video di attualità politica, alla gente che canta, a quelli che fanno ASMR coi denti... Quindi veramente, niente ha più senso e noi ci siamo divertiti in maniera totalmente analogica nel passare da Galileo Galilei che fa il tiktok sulla Terra che si muove a Puccini che fa la ASMR di Nessun Dorma, ai Promessi Sposi che tornano in questa versione nelle delle serie tv e quindi abbiamo Renzo e Lucia che vivono dentro Gomorra. Quindi insomma c'è un po' di tutto e la cosa che ci diverte di più è proprio il passare da una cosa all'altra, senza dare nessuna spiegazione. A un certo punto appaiono Nilde Iotti e Palmiro Togliatti e dopo un po' appare Mussolini e Claretta Petacci. Cioè, vale tutto come vale tutto nella funzione dei contenuti di questa nostra epoca. Senza nessun giudizio, senza doverti spiegare «guarda adesso facciamo questo», «trattiamo questo tema». No, si va di palo in frasca e vale tutto. Poi ovviamente se uno guarda lo spettacolo capisce anche che noi pensiamo delle cose riguardo a quello che mettiamo in scena. Però insomma il fatto che sia totalmente analogico, che non abbiamo una videoproiezione ma parliamo di contemporaneo e di telefoni e del dissing tra Meucci e Bell su chi ha inventato il telefono - il primo dissing della storia - insomma ci fa ridere… Direi che è questa la cosa più sorprendente. Cioè quello che farà pensare «ma lo stanno facendo davvero? È un viaggio mio?» È vedere cinque ormai ultra quarantenni che fanno gli imbecilli per un'ora e mezza raccontandosi in tanti modi possibili.

Sì che poi uno dei vostri punti di forza è proprio questo: cioè anche chi vi segue da tanto quando si siede a teatro, davanti alla tv o quello che può essere che tanto voi siete universali…

Ci proviamo, almeno.

In senso buono però eh! Appunto, si pensa di sapere quello che si andrà a vedere invece non succede mai cioè non è mai successo…

Noi ci annoiamo molto velocemente. Siamo cinque che si annoiano molto velocemente quindi tendiamo nostro malgrado - e questo è stato anche un grande problema da tanti anni perché tante volte noi siamo difficili anche da raccontare, probabilmente da catalogare - perché cambiamo direzione molto spesso. Ma non per un calcolo, perché ci stufiamo e quindi cominciamo a fare le cose classiche poi basta. Facciamo un'altra cosa poi prendiamo Sanremo poi basta. Facciamo la Bibbia poi basta. Facciamo un'altra cosa... quindi questo è un gioco che si crea col pubblico e che ci piace. Ci piace anche dare - questa è la parte un po più seria della risposta - dare al pubblico sempre qualcosa di nuovo, un motivo per venirci a vedere e tornarci a vedere e vedere cosa abbiamo combinato questa volta e anche cercare di dare più livelli possibili perché è vero che la nostra realtà è orizzontale, tagliata con l'ascetta, però è anche molto complessa e quindi chi vuole accontentarsi del primo livello lo trova, a chi vuole andare un po' più in profondità diamo l'illusione di far trovare anche questo, dove si va a scavare dentro... ci sono anche dei pazzi che tornano più volte a vederci...

Da anni poi. Come recidivi.

Capito?

Allora ti lascio con l'ultima domanda, che è una domanda che io faccio un po' da tradizione ormai quando vi intervisto. Perché alla prima intervista mi avevate detto che l'obiettivo era sopravvivere, che mi sembra già un obiettivo molto giusto. Quando vi ho intervistato per The Human Jukebox l'obiettivo era youporn. Quando è toccato a La Bibbia riveduta e scorretta appunto era parrocchie.it. Dopo Tuttorial, che cosa ci dobbiamo aspettare?

L'obiettivo è Marte. Ovviamente è Marte. Passare dal tour nazionale travalicando quello europeo e mondiale di cui non ce ne frega niente.

E poi lo fanno tutti!

Esatto, lo fanno tutti. Ma un tour su Marte… Sì. Dopo Tuttorial, l'obiettivo è Marte. Tra l'altro cosa è più contemporaneo di questo?

Galleria

Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
Oblivion in scena con Tuttorial
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