Catello Buonocore, Maria Esposito, Ciro Minopoli, Antonio Guerra, Vittorio Edet, Marco D'Amore, Giuseppe Pirozzi, Gennaro Filippone, Martina Abbate in Criature

Criature

Criature
Film | 2024 | Italia | 101 minuti
Sceneggiatura: Cécile Allegra
Uscito al cinema
Criature di Cécile Allegra - Poster

Trama

Mimmo Sannino, un tempo insegnante ora impegnato come educatore di strada a Napoli, si dedica al recupero di ragazzi in dispersione scolastica per riportarli sui banchi di scuola, e permettergli di ottenere il diploma di terza media. Il suo mezzo di predilezione: l'arte circense - arte delicata che gioca sull'apparenza, il sogno e la solidarietà, in un contesto dominato dal degrado e dalla camorra. Tra lezioni sui trampoli e letture del Barone Rampante, e grazie anche all'aiuto di Anna, assistente sociale che riconosce il valore del suo impegno, riesce a coinvolgere giovani come Daniela, che vende carciofi al banco del padre, Margherita, che ha abbandonato la scuola per fare la parrucchiera per pochi spiccioli, Ciro, cresciuto da solo con suo fratello fino ad arrivare a Bruno, appassionato di parkour e figlio di un boss locale. L'operato di Mimmo, tuttavia, non è ben accolto dalle famiglie del quartiere e il coraggio di questi ragazzi, con i loro trampoli e i loro nasi rossi, si scontrerà con la dura realtà.

Info Tecniche

Titolo italiano: Criature
Titolo originale: Criature
Uscita in Italia: 5 Dicembre 2024 al Cinema
Uscita al Cinema in Italia:
Distribuzione: Medusa Film
Durata: 101 minuti
Formato: Colore
Genere: Drammatico
Lingua: italiano
Nazione: Italia
Produzione: Picomedia, Medusa Film (in associazione con), Prime Video (in collaborazione con)

Cast

Sceneggiatura: Cécile Allegra
Fotografia: Valerio Azzali
Montaggio: Alessio Doglione
Musiche: Dario Sansone
Scenografia: Carmine Guarino

Cast e Ruoli:

Altro cast:
Arredamento: Alessandro Marangolo.
Edizioni musicali: Bixio C.E.M.S.A. / Picomedia.
Casting: Marita D'elia (u.i.c.d.).
Aiuto regia: Giuseppe Eusepi.
Suono in presa diretta: Guido Spizzico.
Montaggio suono: Alessandra Perpignani.
Organizzatrice di produzione: Paola Vargas.

Produzione: Roberto Sessa (Produzione), Chiara Grassi (Produzione), Linda Vianello (Produzione esecutiva).

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Curiosità

Tra le location individuate per le riprese, c'è la biblioteca Grazia Deledda di Ponticelli che, grazie a un'azione di mecenatismo di Picomedia, è stata in parte ristrutturata. L'intervento, che ha contribuito alla valorizzazione dello spazio e al miglioramento dei servizi offerti all'utenza, è il frutto della sinergia tra la società di produzione e l'amministrazione comunale, sviluppatasi grazie all'attività dell'Ufficio Cinema del Comune di Napoli.

Note di Regia - Cécile Allegra

"Per tanti anni, ho girato film che parlavano solo di guerra, di morte e di desolazione. Documentari che tentavano di raccontare l'origine del male, la condizione delle famiglie lacerate da interminabili conflitti. Dall'Afghanistan a Banda Aceh, dal Darfur al terremoto di Haiti, ho passato anni a correre da un disastro all'altro - finché un mio documentario, Voyage en barbarie ha ricevuto il premio Albert Londres, considerato come il Pulitzer francese. 
Un giorno mi venne chiesto di andare a Napoli, nel mezzo della faida di Scampia. Al mio arrivo, in pochissimi giorni, ho sentito che la città conteneva una fonte infinita d'ispirazione, era eruttiva e vitale come il vulcano che si alzava sopra di lei. Ne ho amato gli odori, le grida, i colori, ma soprattutto, le persone: ho passato mesi, anni a seguire il lavoro di una squadra di incorruttibili investigatori della sezione Narcotici artefici della grande indagine dalla quale è stata poi tratta la trama di «Gomorra» - poi dell'arresto di Raffaele Amato, il capo degli scissionisti di Scampia. Ho seguito le sottili indagini di magistrati capaci di smantellare pezzi interi del potere criminale campano.  
Infine ho incontrato diversi educatori di strada, che vedevo darsi anima e corpo al mestiere, camminare per ore nelle strade di Napoli, sostenendo ragazzi giovanissimi già in bilico nelle proprie esistenze perché senza una famiglia, senza la speranza di un futuro. Ogni giorno, li vedevo combattere per ottenere fondi, lavorare con pochi mezzi per riscattare una parte della popolazione. Dalle guerre più lontane sono passata al cuore di una battaglia quotidiana, quella che si gioca per le strade, tra i più umili e disagiati, una battaglia per la vita. Per me Napoli è diventata questo: un simbolo di resistenza, di resilienza, essenziale per ricomporre l'identità italiana. Quella parte dell'Italia che vedevo da ragazzina nei film di De Sica, Comencini, Loi, mi sono messa a filmarla ed è diventata una parte essenziale della mia vita come regista. 
Ho girato diversi documentari a Napoli, prima di scrivere Criature. Ho elaborato anno dopo anno una visione artistica, il modo in cui volevo raccontare la città. I miei primi film testimoniano di questa evoluzione: è un cinema già molto vicino ai protagonisti, un cinéma incarné - che tende a girare come attraverso gli occhi del personaggio principale. Sono convinta che sia essenziale ridurre attraverso scelte chiare di regia la distanza tra lo spettatore ed una realtà a lui del tutto estranea per gettare una passerella tra i mondi ed imbarcarlo in un'altra dimensione fisica e temporale.  
Per Criature mi sono ispirata alla storia di Giovanni Savino, educatore e fondatore del Tappeto di Iqbal, nel quartiere di Barra - la sua pedagogia circense, l'insegnamento di quello che gli psichiatri chiamano la «formazione tra pari», è stata fondamentale nella scrittura della sceneggiatura, che volevo trasmettesse quel senso di ricomposizione dei valori e dell'identità di ogni ragazzo - dalla vergogna per la propria condizione, alla fierezza dell'alzarsi sui trampoli con un naso rosso, insieme, per raccontare al pubblico (diegetico e extradiegetico) una storia nuova. Ho lavorato a monte con i giovani attori del film per creare un gruppo solidale, sincero nei propri slanci: l'allenamento circense, in questo, mi ha aiutato. Per ottenere una recitazione spontanea, scartare il melodramma, abbiamo messo settimane, decostruito e esplorato le emozioni dei singoli personaggi. Era fondamentale «fare banda» - con i ragazzi, condividere con loro musiche, letture, difficoltà ed emozioni, di modo da poter tradurre nel film la forza di quegli adolescenti che riescono a immaginare un futuro. 
Nel linguaggio cinematografico, ho prediletto una narrazione in piano sequenza, che ogni giorno preparavamo a lungo con il DOP Valerio Azzali e la seconda camera Marianna Fratantoni: bisognava coreografare i movimenti della camera per «volare» da una battuta ad un altra. Come in un teatro di posa, tutti gli attori erano pronti ad entrare in scena appena si avvicinava Valerio, e tutti, in realtà dovevano recitare benissimo… E la seconda camera, spesso nello stesso asse, raccoglieva i dettagli, le variazioni poetiche. Alcune scene erano così corali e complesse che all'inizio eravamo costretti a girare un Master per capirne meglio le dinamiche. Rapidamente, abbiamo trovato il nostro ritmo: preparazione con gli attori, capendo quando avvicinarci e quando non, quando lasciare uscire gli attori dal campo, quando seguirli - e poi soli 3 o 4 take a scena, perfezionando il legato ogni volta. A volte, non davo lo stop a fine take: e raccoglievo le battute estemporanee degli attori come pietre preziose, tutte inserite nel montaggio. In questo, ho trovato due sparring partner ideali in Marco D'Amore e Maria Esposito, che hanno dimostrato un grande talento per l'improvvisazione.  
Non volevo versare nel mero dramma sociale ma proporre un cinema popolare, pieno di speranza. Per questo ho integrato nel film elementi chiave: l'uso della lettura del Barone rampante come metafora della fantasia indispensabile alla crescita dei ragazzi - non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo, come diceva Rodari. Ma anche una forte dimensione musicale, che riflette la capacità napoletana a trasformare la storia in canzone, riportata nel film dal talento di Dario Sansone, musicista dei Foja, sorta di Bruce Springsteen dei quartieri, capace di condensare in «I am walking» la perseveranza di un uomo, o in un «Apress'a nuje» il richiamo adolescente alla magia e all'immaginazione.  
Dal punto di vista della narrazione, un lavoro curato di sound design è stato necessario per ricostruire il fuori campo, trattato come un vero personaggio del film, con la sua caratterizzazione sonora: motorini che sgommano, sirene che ululano e passaggi di persone fuori dal recinto protettivo del doposcuola sono sempre presenti come un pericolo invisibile. Le sfide erano tante, per il numero di attori, la necessità di tessere delicatamente il filo tra recitazione, canto e circo. 
Nel montaggio, ho poi prediletto con Alessio Doglione una narrazione stretta, densa, che non lascia il tempo al racconto di perdersi in contemplazione e restituisce l'urgenza di una vita vissuta nella tensione perenne. Dopo un inizio in slow burn nel quartiere, il racconto si svolge in un microcosmo composto da quattro/cinque strade, dove gli eventi si susseguono creando un'impressione di bolla… L'isola felice del doposcuola, lavorata con luci calde e suoni attutiti, si urta con la freddezza metallica della piazza di spaccio che si anima di notte… l'intento era di creare un pezzo d'Italia cosi confinato da diventare epico e universale. La storia poi propone un doppio timelock chiaro: la sfida dello uno spettacolo circense ma soprattutto l'esame di terza media, che determinerà se il protagonista avrà o meno «salvato» dal lavoro precoce e dalla presa criminale la banda dei ragazzi. Nel montaggio abbiamo inserito - come tante porte metaforiche - elementi di realismo magico: un cavallo bianco presente in un cortile, mura popolate da uccellini, un cane a tre zampe che vaga per il quartiere - che indicano allo spettatore il sottilissimo punto di passaggio tra realismo e utopia.  
Ed in effetti piano piano, Criature scivola dal western urbano - un uomo solo che circola tra i vicoli, circondato da pericoli invisibili ma che lui percepisce perfettamente - ad una dimensione molto più onirica. Ho provato a farlo diventare un corpo filmico organico, una mia Criatura che alla fine non ha paura, come i ragazzi che ne sono protagonisti, di sfuggire del tutto alla realtà e di restituire la possibilità del sogno come un puro elemento di cinema."

Note sulla Colonna Sonora - Dario Sansone 

"La colonna sonora che accompagna il film Criature è un'opera concepita per contrasto; la dimensione acustica degli strumenti si scontra con il freddo dei palazzi della periferia urbana di Napoli, dove i violini e gli arpeggi di chitarra ambiscono a delineare la stratificazione emotiva dei luoghi e dei personaggi. 
La traccia principale, I'm walking, leitmotiv ossessivo della soundtrack, tiene per mano i pensieri del personaggio principale, il tormentato Mimmo, in un doloroso bolero trascinandolo lungo le inquiete vie dei suoi luoghi e nella sua ostinata missione. Le atmosfere musicali sono molteplici, rispecchiano l'animo della pellicola, tra gioie e inni folk, come la canzone dal sapore country Appriesso a nuje, brano manifesto degli allievi di Mimmo (interpretata nel film da Marco D'amore), swing circensi che accompagnano gli allenamenti dei ragazzi, violini inquietanti che raccontano l'ombra sul futuro di una generazione, sognanti picking di chitarra dalla dimensione onirica. Sempre alla costante ricerca di sound vero, sincero, suonato. "


dal pressbook del film

Eventi

Galleria

Criature di Cécile Allegra - Poster
Catello Buonocore, Maria Esposito, Ciro Minopoli, Antonio Guerra, Vittorio Edet, Marco D'Amore, Giuseppe Pirozzi, Gennaro Filippone, Martina Abbate in Criature
Marco D'Amore in Criature
Marco D'Amore in Criature
Cécile Allegra e Marco D'Amore in Criature
Martina Abbate, Maria Esposito, Vittorio Edet, Marco D'Amore, Gennaro Filippone, Ciro Minopoli, Catello Buonocore, Giuseppe Pirozzi in Criature
Marco D'Amore e Marianna Fontana in Criature
Marianna Fontana e Marco D'Amore in Criature
Maria Esposito in Criature
Vittorio Edet, Gennaro Filippone e Marco D'Amore in Criature
Marco D'Amore e Ciro Minopoli in Criature
Vittorio Edet, Martina Abbate, Ciro Minopoli, Maria Esposito e Marco D'Amore in Criature
Antonio Guerra e Marco D'Amore in Criature
Antonio Guerra, Maria Esposito, Marco D'Amore, Giuseppe Pirozzi, Catello Buonocore, Gennaro Filippone, Vittorio Edet, Martina Abbate in Criature
Marco D'Amore in Criature
Marco D'Amore in Criature
Marianna Fontana in Criature
Maria Esposito in Criature
Maria Esposito e Vittorio Edet in Criature
Marco D'Amore in Criature
Marianna Fontana in Criature
Marco D'Amore, Giuseppe Pirozzi, Maria Esposito, Martina Abbate, Catello Buonocore, Antonio Guerra in Criature
Maria Esposito in Criature