Abigail, finalmente i vampiri tornano a far paura: la recensione

'Abigail' di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett è un film che cambia spesso registro e tono, che propone svolte improvvise e ti dà l'idea di vedere una cosa mentre ne stai guardando un'altra.

Abigail, scena da trailer del film di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Abigail, scena da trailer del film di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett

La cultura legata al mondo del vampiro, soprattutto negli ultimi anni, ha portato alla nascita di film, serie tv e libri che spesso non hanno saputo gestire questo mostro per antonomasia, appiattendolo senza sfruttarne la natura violenta, ma anche simbolica della società in cui è inserito. Per questo, quando in Abigail, film diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, uno dei personaggi cita in una stessa frase sia Anne Rice che la saga di True Blood l'attenzione scatta subito alle stelle. La prima è l'autrice de Le cronache del vampiro - il cui capostipite è l'indimenticabile Intervista col vampiro - , mentre la seconda è una serie tratta dai romanzi di Charlaine Harris, che a dispetto di tutto hanno avuto il merito di reinventare la figura del vampiro e trascinarlo nel Duemila, dove tutto diventa artificiale e entra in campo anche la notorietà, il mostrarsi su schermi sempre più piccoli. I registi, dunque, attraverso la sceneggiatura firmata da Guy Busick e Stephen Shields, dimostrano di conoscere il genere a cui si stanno avvicinando a la creatura mostruosa di cui vogliono scrivere.

Abigail si apre come un thriller. Mentre una ragazzina danza su un palcoscenico sulle note de Il lago dei cigni, mentre un gruppo di criminali ne sta organizzando il rapimento. Un colpo che riesce ad andare a buon fine. Così la piccola Abigail (Alisha Weir) viene trasportata in una casa e chiusa in una stanza. Il colpo consiste nel passare ventiquattro ore nella casa, resistere a qualunque possibile tentativo di salvataggio e incassare alla fine il riscatto di 50 milioni di dollari. A occuparsi della bambina sarà Joey (Melissa Barrera), che ha un passato oscuro e un figlio a cui fare ritorno. Ben presto, però, le cose prendono una piega inaspettata. Il leader della banda, Frank (Dan Stevens), ha delle regole su come far funzionare il colpo, ma ben presto qualsiasi premeditazione cade, quando nella casa cominciano ad accadere cose strane e le persone iniziano a morire.

Abigail è uno di quei film che bisognerebbe vedere senza sapere nulla. Questo perché è un lungometraggio che cambia spesso registro e tono, che propone svolte improvvise e ti dà l'idea di vedere una cosa mentre ne stai guardando un'altra. Da questo punto di vista, il lungometraggio funziona molto bene, perché non permette mai di distogliere lo sguardo o abbassare la soglia dell'attenzione. Aiuta molto anche il fatto di aver scelto un luogo circoscritto, come nella miglior tradizione dei gialli à la Agatha Christie, che questo film sembra voler omaggiare con dei rimandi a C'è un cadavere in biblioteca. Con momenti più apertamente divertenti e altri che puntano a diventare potenziali scene cult nel corso del tempo, Abigail è un buon film horror, che presenta un paio di jumpscare e che, anche se non fa davvero paura, permette di vedere dentro il male, in ogni sua forma. Non sempre l'impianto narrativo funziona come dovrebbe, e in alcuni momenti è possibile notare piccole incongruenze (soprattutto chi è appassionato di vampiri), ma in generale il film è una spassosa giostra dell'orrore che rilancia la figura del vampiro e dimostra anche come il mondo della danza spesso possa essere un ottimo palcoscenico per il genere horror. Una postilla finale: in Abigail c'è Angus Cloud, l'attore noto per il suo ruolo in Euphoria, morto nel luglio 2023. Abigail uscirà in sala il prossimo 16 maggio.

Abigail di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett | Trailer
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