Un matrimonio di troppo, recensione in anteprima del film in arrivo su Prime Video


Debutterà il 30 gennaio su Prime Video Un matrimonio di troppo, pellicola scritta e diretta da Nicholas Stoller che vede come protagonisti Will Ferrell e Reese Whiterspoon. Il primo è un padre vedovo che ha cresciuto da solo la figlia, sviluppando nei suoi confronti un affetto quasi ossessivo. La seconda interpreta una donna in carriera, single, che non va d'accordo con la sua famiglia del sud, fatta eccezione per la sorella minore, per la quale invece stravede. I due protagonisti, che non si conoscono e non potrebbero avere vite più differenti, sono costretti a conoscersi quando, per sbaglio, prenotano entrambi la stessa location per il matrimonio della figlia dell'uno e della sorella dell'altra. Quella che nasce come una situazione d'emergenza in cui le due "fazioni" sono costrette a trovare un accordo per poter vivere almeno in modo civile, si trasforma in una vera e propria guerra senza esclusione di colpi, tra moli distrutti, alligatori e occhi neri.
C'è da dire che alcune motivazioni che sono alla base delle scelte e delle decisioni dei protagonisti di Un matrimonio di troppo sono davvero troppo inverosimili e sciatte, come se Stoller non avesse avuto voglia di approfondire in fase di scrittura determinate dinamiche. Questo fa sì che allo spettatore sia chiesto un forte sforzo nella sospensione dell'incredulità, per poter entrare meglio nella storia senza lasciarsi distrarre da quello che non potrebbe funzionare nemmeno nella finzione filmica. Sorvolato questo scoglio, però, un matrimonio di troppo fa più o meno quello che promette: diverte, permettendo di passare poco meno di un'ora in completa serenità, davanti a scene più o meno riuscite. C'è da dire che la maggior parte del lavoro lo fa Will Ferrell, vero mattatore dell'operazione, davanti al quale Reese Whiterspoon - molto più portata ai ruoli drammatici, rispetto a quelli più tendenti alla farsa - non riesce sempre a tenere il passo. La chimica tra i due protagonisti non è particolarmente riuscita, ma proprio l'arte comica di Will Ferrell salva l'operazione, trasformandola in una pellicola tutto sommato piacevole.
Chiaramente Un matrimonio di troppo non è un film che presenta chissà quali velleità artistiche né insegue ambizioni narrative particolari. Non è un lungometraggio che vuole analizzare un determinato tema - come può essere lo scontro generazionale tra conservatori e progressisti, ben rappresentati dai due nuclei familiari dei due protagonisti -, ma una commedia leggera con la quale distrarsi e magari farsi una o due risate. C'è da dire che l'intera operazione pecca forse un po' troppo di poca apertura: nel prendere di mira determinate lotte moderne su temi attuali, Un matrimonio di troppo sembra voler prendere una posizione precisa. La scrittura non si distanzia abbastanza da far sì che la parodia funzioni davvero: spesso non si vede né ironia né sarcasmo in alcune scelte di scrittura, ma solo l'intento di difendere una determinata forma mentis. È come se Stoller si sia fermato a metà strada: da una parte la volontà di ridere insieme dei nostri tempi, dall'altra quella di usare la commedia per raccontare altro. Il suo racconto è immobile nel mezzo, tra scene che effettivamente fanno molto ridere e altre che danno la stessa sensazione delle unghie passate sulla lavagna. Non di certo un film memorabile, ma adatto a chi sta cercando una storia senza troppe pretese per spegnere il cervello e rilassarsi.
