Wicked, la recensione del musical con Cynthia Erivo e Ariana Grande
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Prima di tutto, Wicked è un musical. Tratto dal romanzo di Gregory Maguire che si presenta agli occhi del lettore come un retelling di Il meraviglioso mondo di Oz di L. Frank Baum, il musical di Stephen Schwartz non è stato solo un titolo di successo, ma è diventato soprattutto un'opera che ha dettato il passo, stabilendo uno standard. Non c'è persona amante dei musical che, dal 2003, non canticchi di tanto in tanto Defying Gravity o che non sappia dell'amicizia tra Elphaba e Glinda, coloro che sono destinata e diventare la Strega Cattiva dell'Ovest e la Strega Buona del Sud. Proprio perché Wicked rappresenta un importante bagaglio culturale per gli amanti delle opere teatrali (e non solo), con ben 11 nomination ai Tony Awards dopo la prima stagione teatrale, non deve sorprende nessuno che ci fosse una febbrile attesa intorno a Wicked, pellicola diretta da Jon M. Chu, in arrivo in sala per Universal Pictures a partire dal 21 novembre. Primo capitolo di una dilogia che si concluderà l'anno prossimo, Wicked è un film musical che trascinerà lo spettatore nel mondo incantato e contraddittorio di Oz, molti anni prima dell'arrivo di Dorothy, quando la strega dell'Ovest, Elphaba, era solo una ragazza in cerca del proprio posto nel mondo.
Maltrattata e disprezzata sin dall'infanzia per l'insolito colore della sua pelle - che è di un verde acceso - Elphaba (Cynthia Erivo) capisce che la sua vita sta per cambiare quando viene accolta nell'Università di Shiz, grazie alle sue capacità magiche che la rendono più unica che rara. Dal momento che la sua iscrizione avviene all'ultimo e senza alcun preavviso, la strega è costretta a dividere la stanza con Galinda (Ariana Grande), una ragazza che sogna di diventare una strega e che è estremamente interessata all'apparenza e ad essere amata dagli altri. Tra l'essere una people pleaser e un'antenata dell'Elle Woods di La rivincita delle bionde, Galinda è superficiale, manipolatoria e tutt'altro che buona come il pubblico può pensare. Tra le due protagoniste, naturalmente, non corre affatto buon sangue. Troppo diverse - nel carattere, nelle capacità e nell'estetica - Galinda ed Elphaba però riusciranno a trovare un modo per superare il rispettivo disprezzo. Intanto all'università arriva anche il principe Fiyero (Jonathan Bailey, l'amatissimo Anthony Bridgerton), che Galinda decide di voler sposare. La preoccupazione principale di Elphaba, invece, è il destino degli animali nel mondo di Oz e proprio per questo spera che il Mago (Jeff Goldblum) possa aiutarla.
Wicked non è un film facile da recensire. Questo soprattutto perché è così strettamente legato alla musica che lo compone che bisognerebbe essere studiosi della seconda arte per comprendere a pieno la potenza che ha. La storia, di per sé, è una storia canonica di crescita e consapevolezza, una origin story che ci vuole raccontare come nasce una delle antagoniste più note della letteratura per infanzia. Da questo punto di vista Wicked presenta tutti gli archetipi del caso: la creatura "diversa" e osteggiata che finisce con l'essere portatrice di talenti che non la rendono diversa, ma unica. Il colore verde di Elphaba è un simbolo dietro cui si cela una denuncia e un attacco al razzismo, che continua ad essere una piaga ancora oggi, con i governi di estrema destra che puntano tutto sulla paura e la xenofobia. Elphaba, in questo senso, diventa il simbolo di una società chiusa in se stessa, che non sa accettare ciò che non capisce, che ha paura di ciò che non appartiene allo status quo. Sulla sua pelle (verde) viene disegnato il percorso di odio che molte persone sono ancora costrette a subire in società che si definiscono evolute e civili. Tra bullismo, body-shaming e manipolazione narcisistica, Wicked ci invita anche a seguire quell'insegnamento di disneyana memoria che recitava che non si deve "farsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore.". Una riflessione che porta a un altro tema molto attuale e discusso, quello del pretty privilege. Galinda, soprattutto all'inizio del racconto, non è affatto un personaggio positivo. Nonostante abbia modi affettati e si vesta di colori pastello utili a calmare le persone intorno, Galinda è egoista, a volte inutilmente cattiva, manipolatrice e falsa. Per buona parte del film, è lei ad apparire come la cattiva del racconto. Eppure, all'interno della diegesi, Galinda viene percepita come eroica, coraggiosa, estremamente altruista. Questo perché è bionda, ricca e magra. Tutto in lei è conforme allo standard della bellezza più canonica e, in questo, c'è qualcosa di rassicurante. Se il "popolino" ha paura di chi è diverso, allo stesso modo è ben felice di idolatrare chi è uguale a loro, ma con qualche privilegio in più. In effetti, nonostante lo sviluppo della trama di Wicked sia prevedibile anche per coloro che non conoscono già il musical, la tessitura narrativa è piena di spunti attuali.
Ma, come si diceva qualche riga più su, il vero cuore di Wicked sono le canzoni. Attraverso queste, la storia procede con un'anima pirotecnica che trascina lo spettatore dentro al racconto, lo avvolge in una a-dimensione magica e favolistica, dove ci si perde con estrema piacevolezza, anche nei momenti un po' più cupi, che sembrano quasi rimandare al nazismo e alle deportazioni. Il vero punto di forza di questa operazione cinematografica, comunque, è dato dalle interpretazioni delle due attrici protagoniste. Cynthia Erivo porta sulle spalle il peso di dare volto, anima e, soprattutto, voce ad Elphaba, al punto che il pubblico è immediatamente dalla sua parte. Ma la vera sorpresa è Ariana Grande. Se, all'inizio, non erano pochi quelli con dei dubbi sulla sua Galinda/Glinda, la visione del film spazza via qualsiasi incertezza. La sua interpretazione sopra le righe, bambinesca, a tratti crudelmente infantile, attira l'attenzione e si fa indimenticabile, aggiungendo un ulteriore tassello a una pellicola che di sicuro, nelle prossime settimane, convincerà sempre un numero maggiore di spettatori.