Vincenzo Malinconico, avvocato d'insuccesso

Serie TV | 2021 | Italia | stagioni 2 | episodi 12 | 50-100 minuti
Regia: Alessandro Angelini e Luca Miniero
Sceneggiatura: Diego De Silva, Gualtiero Rosella, Massimo Reale, Valerio Vestoso, Luca Miniero e Paola Mammini
Cast: Massimiliano Gallo, Denise Capezza, Francesco Di Leva, Teresa Saponangelo, Giovanni Ludeno, Luca Gallone, Chiara Celotto, Francesco Cavallo, Ana Caterini Morariu e Giacomo Rizzo
Trama
P rendete la persona più simpatica che conoscete. Poi quella più intelligente. Poi ancora quella più stupida e infantile. Più generosa. Più matta. Mescolate bene. Ecco, grosso modo, il protagonista di questa serie. Un po' Woody Allen, un po' Holden, un po' semplicemente se stesso: Vincenzo Malinconico, iconico personaggio nato dalla penna di Diego De Silva, è un avvocato semi-disoccupato, un marito semi-divorziato, e soprattutto un grandioso, irresistibile filosofo naturale. Capace di dire cose grosse con l'aria di sparare fesserie e di affrontare la camorra come l'amore con la stessa piroettante, alogica, stralunatissima forza, Malinconico ci fa affezionare alle sue vicende sgangherate e irrisolte e ci fa vedere il mondo attraverso il suo sguardo ironico e autentico, costringendoci a pensare ridendo. Avvocato d'insuccesso, forse più psicologo che avvocato, Vincenzo Malinconico non raggiunge mai la piena sufficienza. Il suo portafoglio clienti ha un profilo decisamente leggero, si occupa di contenziosi non particolarmente impegnativi (sinistri stradali, liti di condominio, separazioni, recupero crediti non ingenti) e non sempre porta a casa delle vittorie. C'è solo una cosa che sa fare davvero (e senza che mai nessuno glielo chieda): filosofeggiare. Vincenzo ha sempre un pensiero in testa. Generalmente, un pensiero fuori tema. Il precariato professionale di Vincenzo va di pari passo con quello privato: Nives, la sua ex moglie, affermata psicologa, lo ha lasciato da tempo per sposare un architetto e tuttavia non riesce a non tradire il nuovo marito con il suo ex. Malinconico vorrebbe ricostituire l'unità familiare ma viene puntualmente respinto eppure, quando Vincenzo inizierà una relazione con la bella collega Alessandra Persiano, Nives dimostrerà che non ha nessuna intenzione di farsi da parte. Vincenzo e Nives hanno due figli: Alfredo (18), e Alagia (22), figlia di un precedente compagno di Nives. Per via della separazione, Vincenzo coltiva la colpa di non sentirsi un padre all'altezza ma è una convinzione solo sua, perché sia Alagia sia Alfredo gli sono profondamente legati. Rassegnato ormai all'ozio delle giornate tutte uguali, Malinconico viene chiamato d'ufficio a difendere un certo Mimmo 'O Burzone, squallido macellaio di camorra su cui pende l'accusa di fare a pezzi cadaveri scomodi e smaltirli con radicata nonchalance. In un primo momento, Malinconico vorrebbe rifiutarsi di difenderlo, appellandosi a principi deontologici. Poi, convinto dalla figlia di Burzone, Brooke, che gli ricorda la sua Alagia, accetta l'incarico. Quest'avventura nei meandri della camorra, a cavallo tra commedia e giallo, darà a Malinconico l'occasione di conoscere Amodio Tricarico, un surreale tuttofare della malavita che da un momento all'altro si autoproclama suo braccio destro e non lo lascia più, nella buona e nella cattiva sorte. Ed è proprio la cattiva sorte a dare il via all'indagine made in Malinconico, la notte in cui Brooke viene trovata assassinata senza un apparente motivo.
Info Tecniche
Stagioni e Episodi
Stagione 1
La stagione 1 della serie Vincenzo Malinconico, avvocato d'insuccesso si compone di 8 episodi.Prima visione in Italia su Rai 1.
Stagione 2
La stagione 2 della serie Vincenzo Malinconico, avvocato d'insuccesso si compone di 4 episodi.Prima visione in Italia su Rai 1.
Tornano le avventure di Vincenzo Malinconico, l'avvocato depresso più simpatico d'Italia, come viene definito in una battuta della seconda stagione. In questa nuova stagione - che si articola in quattro episodi da 100', in onda da domenica 1˚ dicembre 2024 in prima serata su Rai 1 - Malinconico è ancora alle prese con le contraddizioni della legge italiana e del suo stesso cuore.
Dove vedere
Cast Artistico e Tecnico
Regia: Alessandro Angelini e Luca Miniero
Sceneggiatura: Diego De Silva, Gualtiero Rosella, Massimo Reale, Valerio Vestoso, Luca Miniero, Paola Mammini e Pierpaolo Piciarelli
Montaggio: Ian De Grassi
Fotografia: Nicola Saraval e Francesco Di Pierro
Scenografia: Francesca Passadore
Costumi: Daniela Ciancio e Eleonora Rella
Cast e Ruoli:
Vincenzo Malinconico
Alessandra Persiano

Tricarico
Nives
Espedito Lenza
Benny La Calamita
Alagia
Alfredo
Veronica Starace Tarallo
Giustino Talento
Assunta
Ugo Maria Starace Tarallo
Romolo Sesti Orfeo
Mister Fantasy
Clelia Cusati
Addolorata
Fareed
Silvia
Mattia
Venere D'asporto
Madre Venere
Sergio Cardinale
Magistrato Ranucci
Joker
Paolo Rogna
Produzione:
• Produzione esecutiva: Carlo Macchitella
• Produzione per Rai: Erica Pellegrini, Ivan Carlei
• Produzione per Viola Film: Alessandro Passadore
• Produzione delegata: Martina Migliorini
Articoli
Video
Recensioni
I Personaggi
Vincenzo Malinconico
Avvocato civilista, fra i tanti che si barcamenano come possono per restare a galla nel soprannumero del mercato delle libere professioni. Filosofo naturale, rimuginatore compulsivo, è dotato di un forte spirito di osservazione e di un senso del ridicolo con cui eroga perle di saggezza di cui però non sa servirsi. Divorziato, due figli, piace alle donne per la sua insicurezza ma, pur intrecciando ogni volta delle relazioni significative, sembra che non riesca a realizzare una vita sentimentale compiuta.
Nives
Ex moglie di Malinconico, è una psicologa di successo. Dopo il divorzio da Vincenzo ha inspiegabilmente ritrovato l'attrazione nei suoi confronti, continuando a farci l'amore di nascosto di tanto in tanto. Ha messo sempre prima il lavoro e poi la famiglia, rischiando così di predicare bene e razzolare male in termini di rapporti umani. Quando Malinconico accenna a rifarsi una vita sentimentale, in lei albeggia la gelosia e il desiderio di ricreare la famiglia di un tempo.
Alfredo e Alagia
I due figli adolescenti di Vincenzo e Nives, sensibili e intelligenti. Il loro rapporto con Vincenzo brilla per senso dell'umorismo e complicità. Alfredo manifesta i segni di una sessualità liquida che Malinconico fatica a comprendere, annegando più di una volta nell'imbarazzo di certe strane situazioni. Alagia, vittima dei menu vegetariani di Nives, ha una tresca culinaria con Vincenzo, che la porta segretamente a ingozzarsi di cheeseburger. Tra i due vige un rapporto meraviglioso, di complicità e confidenza, privo di qualsiasi gerarchia. Capita spesso, infatti, che sia lei a dare consigli a lui.
Alessandra Persiano
L'avvocatessa più bella e corteggiata del tribunale, s'innamora di Malinconico nella prima puntata e fa di tutto per trovare un futuro a una relazione instabile come la loro. Ironica e maliziosa, è la leggenda sessuale degli avvocati e non si fa capace di come Malinconico, destinatario del privilegio di averla accanto, si lasci spesso distrarre dalla propria famiglia, lasciando che l'ambizione di diventare una coppia stabile naufraghi continuamente.
Espedito Lenza
Vecchio amico di Vincenzo, divide con lui uno studio in affitto. Ragioniere (ma sulla targhetta ha fatto scrivere "Certified accountant") è costretto a dormire in ufficio su un canotto da quando la moglie lo ha cacciato di casa per via della sua inguaribile passione per le donne.
Tricarico
Diavolo custode che la camorra assegna a Malinconico nella prima serie. Un Virgilio nel girone della delinquenza che conosce tutto e tutti e si fa rispettare con le cattive anche quando non ce n'è bisogno. La sua presenza, associata all'imbarazzo di Vincenzo, genererà innumerevoli situazioni comiche.
Assunta
Madre di Nives, ex suocera di Malinconico (a lui legatissima), che all'indomani di una diagnosi di cancro trova l'occasione per diventare completamente sincera e godere dell'assoluta libertà di dire sì e no a proprio piacere. Vincenzo è ammirato dalla sua tenacia. E lei ricambia adorandolo.
Note Di Regia - Alessandro Angelini
"Vincenzo Malinconico non è solo un "avvocato d'insuccesso" ma soprattutto un acrobata dei sentimenti.
In quel carnevale sgangherato che è la sua vita, riesce a stare in piedi solo con l'autoironia e il giusto distacco di chi pensa che in fondo, in ogni situazione, poteva anche andare peggio.
E come potrebbe essere altrimenti? Ha un rapporto esclusivo con una figlia che in realtà non è sua, un figlio in perenne ricerca d'identità, un'ex moglie che lo ha lasciato ma che lo rivuole come amante e una suocera in aperto conflitto col mondo, che sembra essere l'unica a capirlo.
A lavoro non va poi tanto meglio e Malinconico è costretto a muoversi in un sottobosco di camorristi, avvocati tromboni, bellissime ereditiere deluse e guappi con problemi di daltonismo. Insomma una galleria di figure al limite eppure incredibilmente vere. Merito della penna di Diego De Silva, abile a immergersi in un contesto drammatico e a restituircelo filtrato dalla lente dell'ironia, a creare un eroe dei nostri tempi così simile a noi, proprio perché impreparato - a casa come a lavoro - a resistere agli urti della vita.
Nel passaggio dalla pagina scritta alla realizzazione, il cast ha arricchito e valorizzato quanto di prezioso esisteva. Massimiliano Gallo si è calato nei panni di Vincenzo Malinconico con grande cura, facendo suoi i vizi e le nevrosi del personaggio letterario per contagiarlo con la sua simpatia, la sua bravura, tutta la sua irresistibile umanità. Per il mondo di Malinconico, in cui il rovesciamento dalla commedia al drammatico avviene alla velocità della luce, Massimiliano è l'attore perfetto al posto giusto!
Lina Sastri, straordinaria signora delle scene italiane, e Michele Placido, autentico mattatore sulla scena e fuori, non solo hanno reso indimenticabili i loro personaggi ma hanno capitanato con grazia ed esperienza un gruppo di formidabili attori che ha saputo mettersi in gioco fino in fondo. Ana Caterina Morariu, Teresa Saponangelo, Francesco Di Leva, Luca Gallone, Giovanni Ludeno, Tony Laudadio, hanno il merito di aver portato sullo schermo il gioco, la verità, la bellezza di personaggi fortemente empatici.
Alessandra Persiano, che attraversa i sogni e tutta la saga di Malinconico, ha gli occhi blu e il sorriso di Denise Capezza e Giacomo Rizzo - inimitabile caratterista del cinema dagli anni '50 - che qui ci regala un commovente ritratto di un innamorato della terza età - segna, idealmente, il trait d'union tra Malinconico e un certo tipo di cinema, la commedia beffarda di Nanni Loy, cui la nostra serie strizza l'occhio.
Mi sono innamorato di "Malinconico" alla prima lettura ma metterlo in scena non è stato affatto facile.
Malinconico è Malinconico. Commedia, dramma, visioni oniriche… rapporti generazionali e affettivi rovesciati. Nulla è certo. Il genere legal svuotato di pathos e riempito d'ironia; niente studi milionari e avvocati vincenti, piuttosto cause di poco conto e il fato a regolare la vita delle persone come solo al sud può accadere.
Nomen omen… Malinconico… è uno stato d'animo che tende a qualcos'altro… come scoprire l'allegria in un piccolo dolore, sfogliare la margherita del m'ama non m'ama e accorgersi felicemente, petalo dopo petalo, che non è l'amore che si sta cercando e che in fondo, va bene così. In questo va riconosciuto il merito dei produttori; quello di aver creduto e sostenuto un prodotto diverso. Più libero dai cliché.
Salerno, con il suo centro storico da scoprire e la Costiera amalfitana con i suoi orizzonti a picco sul mare, non sono solo l'ambientazione ma dei veri e propri personaggi della serie. È in costiera, infatti, che Malinconico prova a vivere il suo sogno d'amore con la Persiano; la corsa romantica sui tornanti con la macchina decapottabile e i capelli al vento che sanno tanto di libertà e fuga dalle scartoffie e dal grigiore del tribunale, riempiono lo schermo di bellezza. Mentre il dedalo di vicoli e crocicchi del centro storico di Salerno che si aprono su piazze ricche di storia, ben rappresentano le vite di perfetti sconosciuti sempre connesse e in relazione tra loro. Il sopracitato "carnevale di Malinconico" appunto, in cui, allo stesso tempo, tutto è possibile. Ridere, commuoversi. Riflettere. Persino scoprire, come accade al nostro protagonista, che quando sei vivo, non devi far altro che… vivere.
Perché la gente è il più grande spettacolo del mondo e non si paga nemmeno il biglietto! "
Note Dell'autore - Diego De Silva
"Il mondo delle libere professioni (in questo caso, quella forense) è, da tempo, in difficoltà. Il perdurare della crisi economica, la penuria di lavoro e l'immissione di un numero spropositato di professionisti su un mercato al limite della saturazione hanno fatto dell'avvocato contemporaneo un nuovo precario, ben lontano dalla solidità e dalla reputazione sociale di un tempo. E se fino a qualche anno fa un avvocato professionalmente figlio di nessuno (perché il dramma – è chiaro – non riguarda chi eredita uno studio affermato) conservava il pudore di nascondere la gravità della sua condizione, oggi l'impresa di tenere aperta la baracca ha raggiunto livelli di allerta così elevati da spingere schiere di professionisti a scendere in piazza per autodenunciarsi, invocando almeno l'effetto placebo di un qualche beneficio fiscale.
Vincenzo Malinconico, napoletano, quarantatré anni portati non benissimo, è uno di questi. Da ben prima che la crisi della sua categoria fosse conclamata, regalava in giro frasi del tipo: "Provateci pure, se volete. Non troverete un avvocato disposto ad ammettere che guadagna meno della badante di sua nonna". Il problema è che nessuno lo ascoltava; e non è che adesso che i fatti gli danno ufficialmente ragione abbia un pubblico.
Il suo portafoglio clienti ha un profilo decisamente low: difende più che altro amici e parenti, che si rivolgono a lui per contenziosi non particolarmente impegnativi (sinistri stradali, liti di condominio, separazioni, recupero crediti non ingenti) e non sempre porta a casa delle vittorie.
Il suo studio è una stanza di 20 metri quadrati in un appartamento in coaffitto al primo piano rialzato di un vecchio palazzo tipicamente napoletano con cortile e doppia scala, arredato con mobili a basso costo che per nomi e listino prezzi ricordano tanto quelli di una celebre azienda svedese (scrivania Spianat, sedie Assett, sveglia Mortkitem, divano Spaparanz ecc.).
Non è famoso, né fra i colleghi né fra i magistrati. Non ha clienti che a Natale gli mandino casse infiocchettate di frutta e verdura di coltivazione certificata o almeno il panettone. Arranca per arrivare a fine del mese, e ogni volta subisce l'umiliazione del mancato versamento dell'assegno di separazione alla sua ex moglie, affermata psicologa, che lungi dall'infierire sulla sua insolvenza lo rassicura sulla non necessità di svenarsi per consegnarle la quota mensile dovuta.
Perché quel che rende amabile Malinconico è un'autenticità al limite della tenerezza, una naturale capacità d'introspezione, un senso del ridicolo che rivolge a se stesso prima che al prossimo e gli consente di alleviare i fallimenti e comprendere l'altro da sé senza prevaricarlo né giudicarlo. È per questo che i suoi figli lo amano, che gli amici non lo abbandonano, che le donne posano gli occhi su di lui (anche se poi lo lasciano).
Malinconico congettura e rimugina su tutto quanto lo circonda perché tutto lo interessa. Eroga riflessioni e aforismi sulla vita, l'amore, la solitudine, il lavoro, i soldi, la paternità, come cercasse continuamente un senso possibile al proprio stare al mondo. Quando affronta una causa, intraprende una speculazione filosofica gratuita e sempre piuttosto comica (in cui spesso azzecca in pieno delle verità di cui è il primo a sbalordirsi), perché per lui ogni incarico è un'occasione per riflettere sulla vastissima gamma delle bassezze e delle grandezze umane.
Malinconico è un perdente che non si piange addosso, che non fa dei suoi fallimenti una giusta causa di livore. Ha una certa cultura (benché quella giuridica non sia, paradossalmente, il suo forte), un'intelligenza divagatoria e vorace ma – come molti che stanno a disagio nella vita – non ha trovato il modo d'investire nelle sue qualità per produrre reddito. È, per così dire, un fallito di talento. Ed è da questa consapevolezza che viene la sua carica umoristica, perché Malinconico – questo gli va proprio riconosciuto – è davvero simpatico.
Le storie che costruiremo (tratte, in buona parte, dai libri che lo hanno reso uno dei personaggi letterari più amati dai lettori italiani) saranno un modo di entrare nella sua testa, di farci avvolgere dalla sua curiosità, dal suo bisogno di riflettere sulle cose mentre le racconta, e ci troveremo a ridere nel momento stesso in cui pensiamo, a imparare a non prenderci sul serio anche quando ci sembra di saperla lunga.
Faremo così la conoscenza del suo mondo professionale come della sua vita privata (i figli adolescenti, il suo rapporto ancora parzialmente complice e ambiguo con l'ex moglie, i nuovi amori che incontrerà e segneranno in modo significativo ogni fase della sua vita).
Conosceremo l'umanità che afferisce al contenzioso ordinario, quello che non fa notizia e non va in tv (quello delle giurisdizioni minori, come il Giudice di Pace) e tuttavia rappresenta uno spaccato di società interessantissimo e vero. Rimarremo spiazzati, ma anche divertiti, al cospetto di camorristi secondari come Fantasia Domenico in arte Mimmo 'o Burzone, un becchino addetto al sezionamento e alla sepoltura differenziata dei cadaveri, dispersi in punti diversi e distanti per impedire il riconoscimento dei corpi; o Amodio Tricarico, un bodyguard manesco e daltonico perennemente vestito di giallo (ma lui non lo sa), assegnato a Malinconico con funzioni di vigilanza e transfer in Vespa (gialla anche quella) per strade e vicoli, che ci racconteranno di una criminalità diversa e anche un po' goffa, diversa da quella, spietatissima, attualmente in voga.
Entreremo nei dettagli del progetto studiato da un ingegnere informatico per montare un processo in diretta televisiva e social a un boss (responsabile della morte del suo unico figlio avvenuta per errore) attraverso i monitor di videosorveglianza di una palestra di body building.
Ci domanderemo (con Malinconico e una sua affascinante cliente) se una relazione extraconiugale condotta esclusivamente on-line costituisca un vero e proprio tradimento (e se dunque chi lo ha commesso, pur in assenza di qualsiasi contatto fisico, possa subire l'addebito di un divorzio). Una varietà di casi e di storie più o meno ordinarie (quelle, alla fine, in cui tutti possiamo almeno in parte ritrovarci) che ci daranno modo di affezionarci a un personaggio dalla vita sgangherata e irrisolta che ci fa più ridere proprio quando la scopriamo improvvisamente simile alla nostra."
dal pressbook di serie
Eventi
Galleria

