Di uomini e cani

Al klavim veanashim
Film | 2024 | Israele e Italia | 82 minuti
in Mostra a Venezia 81

Trama

Alle prime luci dell'alba, la sedicenne Dar torna al suo kibbutz alla ricerca del suo cane scomparso, perduto durante il massacro a cui è sopravvissuta giorni prima. Affronta gli orrori impressi nel luogo e nei volti di chi la circonda e assiste alla cruda realtà della tragedia che si svolge oltre la recinzione di Gaza. Intrappolata tra coloro che cercano vendetta e coloro la cui fede nell'umanità resta incrollabile, Dar cerca di trovare la propria voce. 

Info Tecniche

Titolo italiano: Di uomini e cani
Titolo originale: Al klavim veanashim
Durata: 82 minuti
Formato: Colore
Genere: Drammatico
Lingua: ebraico
Nazione: Israele, Italia

Cast

Fotografia: Ziv Berkovich
Montaggio: Nili Feller
Musiche: Yuval Semo

Cast e Ruoli:

Altro cast:
Suono: Itzik Cohen, Neal Gibbs, Oz Sicherman.

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Commenti di regia da Venezia 81

"L'orrendo attacco del 7 ottobre e la guerra che ne è seguita hanno scatenato inimmaginabili e incomprensibili sofferenze. La loro umanità, o assenza di umanità, è profondamente inquietante. Si possono rappresentare, raccontare, narrare questi eventi? Questa la scoraggiante domanda che ci ponevamo a fine ottobre quando abbiamo iniziato a filmare, con l'acuta consapevolezza che il cinema era andato a sbattere contro il muro della realtà. L'affermazione di Theodor Adorno – che scrivere una poesia dopo Auschwitz, rappresentare l'irrappresentabile, è un atto di barbarie – trovava eco nelle mie opinioni nei primi giorni di questo terribile, implacabile conflitto. Con il passare del tempo, con quelle immagini ormai entrate nella nostra coscienza collettiva, mi sono sentito in dovere di portare testimonianza della realtà in prima persona. Ho cercato di aprire una finestra su queste esperienze e di provare a raccontare una storia su coloro che sono rimasti intrappolati in questo implacabile ciclo di spargimento di sangue. Abbiamo iniziato le riprese nel kibbutz Nir Oz, una comunità devastata dall'uccisione e dal rapimento di oltre un quarto dei suoi membri, e lungo il confine di Gaza. La nostra scelta di filmare con una piccola troupe e una telecamera leggera è in linea con l'indebolimento dei confini tra cinema di finzione e documentazione della realtà. Abbiamo filmato coloro che si trovavano nella zona di guerra, seguendo una singola protagonista mentre si muove in questo territorio torturato, che ha plasmato il filo narrativo del film. Fa da guida al nostro cinema il ripensamento di Adorno negli anni successivi, secondo cui la sofferenza continua merita di essere espressa tanto quanto un'anima torturata merita di urlare. Vogliamo onorare le esperienze di tutti coloro che sopportano le devastazioni della guerra, sforzandoci di ritrarre la loro umanità in mezzo all'oscurità. "

Eventi

Mostra del Cinema di Venezia 2024

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