Diva Futura
Trama
Italia, anni '80/'90. Riccardo Schicchi, con la sua agenzia Diva Futura, rivoluziona la cultura di massa trasformando l'utopia hippie dell'amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, "ragazze della porta accanto" come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all'improvviso dive di fama mondiale nel mondo del porno ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Viene coniata l'espressione "pornostar", segnando l'inizio di una nuova era.
L'impatto mediatico è travolgente fino a portare all'elezione in Parlamento di Ilona Staller, detta "Cicciolina", alla nascita del Partito dell'Amore e alla candidatura di Moana Pozzi a sindaco di Roma. È attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell'agenzia con un mutuo sulle spalle, che viene raccontata l'avventura di questa grande "famiglia", dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni fino a perdere il controllo sull'industria stessa della pornografia.
Tutto questo è accaduto perché esisteva un desiderio tanto nascosto quanto grande: quello di tutti.
Info Tecniche
Cast
Cast e Ruoli:
Riccardo Schicchi
Debora
Moana Pozzi
Éva Henger
Ilona Staller
Miassimiliano
Valentino
Altro cast:
Trucco: Alessandra Vita.
Acconciature: Donatella Borghesi.
Casting: Sara Casani.
Prosthetic Designer: Valentina Visintin.
Fonico di presa diretta: Maurizio Argentieri.
Supervising Sound: Mirko Perri, Giulio Previ.
Sound Re-Recording Mixer: Michele Mazzucco.
Direttore di produzione: Gianni Eduardo Librobuono.
Aiuto Regia: Edoardo Francesco Marini.
Organizzatore Generale: Michele Ottaggio.
Suono: Maurizio Argentieri, Michele Mazzucco.
Effetti visivi: Stefano Leoni.
Produzione: Matteo Rovere (Produzione), Greta Scarano (Produzione associata), Paolo Lucarini (Produzione esecutiva), Camilla Fava del Piano (Produzione delegata).
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Recensioni
Note di Regia
"Quando mi sono avvicinata per la prima volta a questa storia ho trovato tutto tranne quello che mi sarei aspettata dal mondo del porno.
Le vicende personali dei protagonisti, la loro filosofia di vita e l'incredibile parabola che hanno vissuto, hanno ribaltato il mio punto di vista.
Immagino sia dovuto al fatto che ciò che il porno è diventato successivamente è l'opposto di quello che questi personaggi sognavano di creare quando hanno iniziato la loro "rivoluzione".
I sogni iniziali, uniti allo squallore e alla tragicità della caduta, hanno reso il tutto estremamente poetico ai miei occhi, tragico e per certi versi ingenuo. Era la storia di una grande illusione, quella di divenire delle Dive prendendo la scorciatoia del porno, che sembrava assicurare una fama immediata, salvo poi essere stigmatizzate e rifiutate proprio da quella società che le aveva bramate e rese famose. Il tutto perché quel desiderio per la società è segreto ed accettabile solo se rimane tale. E il tentativo di liberalizzare certe fantasie e portarle alla luce è in ultimo inaccettabile. Ed è qui che queste creature, che io non giudicherò mai, divengono per me personaggi di una saga iconica ed effimera insieme.
Oltre alla delusione delle Dive dell'agenzia, c'era poi quella di Schicchi. Il suo dover prendere atto che il grande sogno che aveva avuto di rivoluzionare il costume italiano, ancora intriso del perbenismo degli anni '50 e '60, in nome dell'amore libero, aveva portato a una degenerazione di quello stesso sogno, aprendo la strada alla creazione di un immaginario distorto della sessualità e del femminile, in cui la mercificazione del corpo e la violenza hanno preso il sopravvento. Tutto ciò che Schicchi stesso aveva sempre rifiutato, e che di fatto è il nostro contemporaneo.
In questo senso il film è il racconto di una pericolosa contraddizione, e tenta di mostrare luci e ombre di un fenomeno che ha influenzato profondamente la cultura del nostro Paese, le cui conseguenze sono ancora attuali, portando in ultimo a una fondamentale domanda: perché il sesso e l'erotismo devono essere per forza associati alla violenza sulle donne? Perché dover creare una narrativa in cui l'immedesimazione dello spettatore e la formazione dell'immaginario sessuale deve basarsi sulla violenza?
Le statistiche tutt'ora ci dipingono uno scenario in cui il mercato del porno è enorme e genera ogni anno introiti da capogiro. Si tratta di una silente educazione sessuale, e per certi versi ahimè sentimentale, che avviene all'interno della società senza che nessuno ne voglia parlare. E in questo senso la storia di Diva Futura è ancora molto attuale.
Unite a tutto questo c'erano poi le vite personali dei nostri protagonisti e delle nostre protagoniste, vite dove i principi di libertà venivano messi in pratica nei loro stessi rapporti. Il porno diventa quindi un'arena che ci dà la possibilità di amplificare un dibattito su tematiche estremamente attuali: cosa vuol dire essere una famiglia? Cosa significa amare autenticamente qualcuno? Si è mai veramente liberi?
Tutta questa complessità di tematiche e coralità di storie mi ha conquistata, portandomi ad un approccio narrativo e di regia in cui le voci dei personaggi si alternano, creando un caleidoscopio di punti di vista. La macchina da presa si muove seguendo il più possibile lo sguardo e l'emotività dei protagonisti, il suono e i dialoghi si sovrappongono, e le vicende si alternano su due piani temporali, cercando di intrecciare il più possibile le tematiche private e quelle pubbliche, facendole risuonare le une sulle altre, pur nel rispetto delle storie vere che mi hanno ispirata.
Raccontando insieme più piani temporali infatti, provo a connettere le vicende personali con i temi narrativi, sovrapponendoli e facendo eco alla visione dei personaggi. Seguire il flusso emotivo e tematico di un racconto è, dal mio punto di vista, una delle straordinarie libertà che il cinema ci regala, e la diacronia diviene un possibile strumento per suonare questi accordi. Realizzare "Diva Futura" è stato per me un viaggio inaspettato, un'immersione nel passato recente del nostro paese che diviene specchio di una contemporaneità complessa e ancora tutta da decifrare."
Note di Produzione
"Groenlandia è sempre alla ricerca di un immaginario innovativo, sincero ma anche provocatorio, e nella selezione dei progetti vengono favoriti i nuovi linguaggi, le proposte che portano punti di vista originali, anche provando con la prospettiva di oggi a dare una lettura diversa a temi noti da anni ma spesso rimossi dal racconto nazionale.
La società attuale, quella del passato e quella del futuro, hanno bisogno di essere narrate da molteplici punti di vista, soprattutto quelli rimasti inascoltati nei decenni precedenti. E in questo senso anche il rapporto con il femminile e con la sua rappresentazione deve potersi evolvere.
Nel film di Giulia Steigerwalt abbiamo sentito questo: un punto di vista completamente nuovo su qualcosa di noto, il mondo di Diva Futura, di Riccardo Schicchi e delle sue dive, raccontato però in una dimensione intima ed emotiva, ma anche antropologica e ovviamente sociale.
L'erotismo, l'ascesa, la caduta, riletti emozionalmente e personalmente. Un'immersione nello spirito di quel tempo, che era libero, audace, leggero e provocatorio. C'era il piacere per la scoperta, per lo scoop, per la messa in crisi della morale e delle ipocrisie, agendo quasi da avanguardia. Ma allo stesso tempo mancava forse la consapevolezza delle conseguenze.
Da questa idea parte il nostro racconto: ricreare un mondo, raccontarne le emozioni, ma anche gli esiti, spesso amari o addirittura tragici. Con la consapevolezza che oggi il porno è divenuto un supermercato di prodotti a basso budget aperto a tutti, dove è possibile comprare qualunque cosa, ma allo stesso tempo è un impero economico, un meccanismo di controllo delle masse silenzioso e inarrestabile. È quindi affascinante secondo me andare all'origine di questo fenomeno nel nostro paese, partito con intenti antitetici, leggeri, in qualche modo artistici, che si sono poi trasformati nell'opposto, con un riflesso puntuale e tragico sulle vite dei protagonisti.
Da un punto di vista produttivo, dopo un lungo lavoro sul testo, abbiamo cominciato con Sara Casani (casting director del film e tra le fondatrici di Lynn) a cercare i volti che potessero ricreare questo mondo, attraverso epoche diverse, cambiamenti di costumi estetici e culturali.
L'iconicità di questi personaggi ci ha spinto a lavorare oltre l'immagine, cercando interpreti che potessero raccontarne l'anima, avvicinandosi anche ad aspetti più familiari, controversi, intimi.
Per Riccardo Schicchi cercavamo un interprete che raccontasse con istinto una follia fanciullesca, un'ingenua scaltrezza, e Pietro Castellitto era perfetto. Un attore estremamente naturale e talentuoso, che è riuscito ad avere uno sguardo molto preciso e impattante sul personaggio.
Su Moana Pozzi, Eva Henger e Ilona Staller la ricerca è stata imponente, abbiamo provinato attrici sia in Italia che in Europa: quello che cercavamo era di far coincidere eterogenei livelli di interpretazione, evitando la pura e semplice imitazione, ma andando a cercare espressioni e profonde sfumature emotive. Capezza, Litvan e Kordić ci portano con grande precisione e bravura proprio questo insieme di elementi. Barbara Ronchi meriterebbe un capitolo a parte: con la sua professionalità, umanità, dolcezza e ironia poteva essere solo lei la nostra Debora.
Produttivamente, quando si racconta una storia così complessa e ambientata in un ampio arco temporale, le sfide sono tante e stimolanti, principalmente legate alla ricostruzione scenografica, ma non solo. Abbiamo avuto la fortuna di collaborare con una grande squadra composta da eccellenze, straordinari capi reparto che hanno contribuito alla creazione del mondo di Diva Futura, e che siamo convinti vi faranno ridere, emozionare e partecipare.
Chi può dirsi libero dai tabù, sopra i codici morali, oltre il senso comune del pudore? Il caleidoscopio di personaggi di questo racconto proverà con la propria ascesa e caduta a dirci che mai nessuno può dirsi libero, neanche chi per un attimo ci ha spregiudicatamente e oltraggiosamente provato."
dal pressbook del film
Commento di regia da Venezia 81
"Un ritratto imparziale, il racconto della parabola tragica di un gruppo di personaggi che, se per certi versi si sono battuti per la libertà, paradossalmente hanno poi contribuito con il loro lavoro a normalizzare qualcosa che va contro la libertà della donna stessa, ovvero la mercificazione del corpo femminile. ll racconto, in questo senso, di una grande contraddizione."
Eventi
• Presentato In Concorso alla 81esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. A tal riguardo, il regista Walter Salles ha commentato:
"Quando ho letto per la prima volta Sono ancora qui di Marcelo Rubens Paiva mi sono commosso profondamente. Per la prima volta, la storia dei desaparecidos, le persone strappate alle loro vite dalla dittatura brasiliana, veniva raccontata dalla prospettiva di chi era rimasto. Nell'esperienza di una donna - Eunice Paiva, madre di cinque figli - c'era sia la storia di come vivere una perdita sia il segno della ferita lasciata a una nazione. È stata anche una questione personale: conoscevo questa famiglia ed ero amico dei bambini Paiva. La loro casa è rimasta impressa nella mia memoria. Nei sette anni in cui abbiamo realizzato Sono ancora qui, la vita in Brasile si è pericolosamente avvicinata alla distopia degli anni Settanta, il che ha reso ancora più urgente raccontare questa storia."
Mostra del Cinema di Venezia 2024
Sezioni/Presentato in:• Venezia 81 - In Concorso